Nel castello del XV secolo è ospitata la considerevole raccolta di dipinti donata al Comune da Attilio Moroni, che raccolse moltissime opere del Cinquecento e Seicento e, in particolare, dipinti italiani e stranieri dell'Ottocento e del primo Novecento. Tra gli altri, sono da segnalare le tele di Luca Giordano, Rosso Fiorentino, Spagnoletto, di scuola caravaggesca e del Sassoferrato; inoltre importanti autori dell'Ottocento e moderni quali Giuseppe De Nittis, Giovanni Boldini, Filippo De Pisis e i macchiaioli Silvestro Lega, Giovanni Fattori e Telemaco Signorini
Il museo è presentato attraverso un percorso teatrale audioguidato, in cui le voci registrate di alcune attrici accompagnano il visitatore, per una conoscenza approfondita e consapevole della realtà spesso insondabile della clausura.
Il percorso teatrale è individuale e risponde all'esigenza di conservare l'intimità di un'esperienza non solo conoscitiva, ma anche emotiva. Nella sala dedicata al laboratorio si può assistere alla proiezione di un video dove sono riprese le monache che vivono oggi nel monastero, intente allo svolgimento delle loro attività ordinarie. Il percorso espositivo, caratterizzato dal contatto diretto con gli oggetti presentati ed integrato da un allestimento di tipo interattivo e multimediale, offre al visitatore la straordinaria occasione di conoscere più da vicino il mondo claustrale con le sue regole ed i suoi usi, scoprendo, attraverso il racconto della storia del monastero, una dimensione temporale naturalmente dilata verso l'infinito. Gli oggetti esposti sono stati ritrovati negli ambienti del Monastero di S. Maria Maddalena, che dal 1586 ha mantenuto la sua sede originaria accanto al museo. Ceramiche, utensili da cucina, contenitori in vetro per la spezieria, ma anche ricami, pizzi al tombolo e disegni ornamentali per paramenti sacri, sono sopravvissuti alle alterne vicende del monastero, conservando, a volte, quel particolare aspetto d'infinitezza che li caratterizza.